Sociale

Neurodivergenti, neuroatipici, neurodiversi, oltre tutti i pregiudizi: l’incontro al Festival del Pensare Contemporaneo

Seguendo i termini scientifici e i modelli medici e sociali, Eleonora Marocchini, giovane e intraprendente protagonista dell’evento, ha rivalutato terminologie e pregiudizi della società

neurodivergenti

Interattività e attività si intrecciano in una conversazione aperta al Teatro Gioia, nell’ambito del Festival del Pensare Contemporaneo, incentrata sulla comprensione e coltivazione della diversità dei cervelli umani. L’incontro, dedicato alla neurodiversità, si è svolto all’insegna dell’inclusività e dell’accessibilità, mescolando diverse modalità espressive: dall’uso della parola, alla comunicazione smart, fino alla partecipazione scritta. Attraverso sondaggi, il pubblico ha potuto esprimere le proprie conoscenze pregresse e porre domande, affrontate con attenzione e disponibilità.
Seguendo i termini scientifici e i modelli medici e sociali, Eleonora Marocchini, giovane e intraprendente protagonista dell’evento, ha rivalutato terminologie e pregiudizi della società. Ha proposto di considerare allo stesso livello condizioni come la disabilità e la plusdotazione, entrambe espressioni della neuroatipicità.

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Eleonora Marocchini

Il suo intervento ha scardinato stigmi e aiutato il pubblico a comprendere meglio il vasto e complesso mondo della neurodiversità, un concetto che ha origine come movimento negli anni ’90 e si è poi evoluto in un vero e proprio paradigma, abbracciando anche le teorie femministe e i queer disability studies.
Marocchini ha approfondito vari aspetti della neurodiversità, evidenziando la variabilità individuale in ambiti come la sensorialità, l’attività motoria, l’attenzione, la comunicazione e l’empatia. Ha ribadito che non esistono domande giuste o sbagliate, ma solo curiosità e apertura. Ha inoltre ricordato l’importanza del termine “neurodivergenza”, coniato da Kassiane Asasumasu, sottolineando che “neurodivergente”, senza un contesto, “non vuol dire niente”.

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