Salute

A quasi 85 anni Anselmo fa ancora barba e capelli al suo paese “Mi diverto e resto attivo”

Una vita intera - oltre 70 anni - trascorsa tra forbici, rasoi e pennelli da barba. "Ho iniziato a 12 anni,  subito dopo aver finito la scuola, proprio in questo negozio, con mio papà Giacomo che faceva il barbiere, anche se il mestiere non mi piaceva"

barbiere Gragnano

L’ingresso in negozio ha lo stesso effetto di una macchina del tempo: le poltrone da barbiere di una volta, gli scaffali perfettamente in ordine con tutti i prodotti in bella vista. Il profumo è quello inconfondibile del sapone che sa di pulito, senza tanti orpelli e suggestioni moderne. E’ l’essenziale per un uomo, l’avere i capelli in ordine e la barba ben fatta. Il signor Anselmo Villa, 85 primavere da compiere tra qualche mese, continua a tenere aperto il suo negozio, lungo la via principale a Gragnano Trebbiense, in provincia di Piacenza, perché – dice – “per me è un passatempo. Sono in buona salute e finché sto bene continuo a lavorare”.

Una vita intera – oltre 70 anni – trascorsa tra forbici, rasoi e pennelli da barba. “Ho iniziato a 12 anni,  subito dopo aver finito la scuola, proprio in questo negozio, con mio papà Giacomo che faceva il barbiere, anche se il mestiere non mi piaceva”. “A 14 anni sono andato a lavorare a Milano. Arrivavo in stazione Centrale e dopo aver sceso le scale c’era un negozio da barbiere, dove lavoravamo in 5. All’epoca non era necessario saper fare molte cose per riuscire nel mestiere, l’importante era avere sempre gli attrezzi pronti. Io avevo imparato da mio padre e alla sera, quando rientravo, portavo in treno con me i rasoi dei colleghi – racconta – per poterli affilare nel nostro negozio e li riportavo al mattino. Dopo sei mesi però mio papà si è ammalato e sono dovuto tornare ad aiutarlo: al titolare, che mi aveva iscritto nel registro degli apprendisti, avevo detto che sarei tornato, una volta che mio padre si fosse ripreso. Ha continuato a chiamarmi, anche nei mesi successivi, al bar Veneroni dove c’era il telefono, perchè mi avrebbe ripreso volentieri con lui”. A prescindere da questa opportunità, l’esperienza milanese avrebbe potuto dare una una svolta alla vita a Villa. “Avevo conosciuto un signore che mi avrebbe preso nella sua azienda, cambiando proprio lavoro”. Il destino però ha deciso diversamente. “Mio padre si è ammalato e sono rimasto qui a Gragnano”.

barbiere Gragnano
Anselmo Villa nel suo salone da barbiere

 

Nell’arco degli anni, quella professione portata avanti per senso di responsabilità è diventata un divertimento, perché “adesso come barbiere faccio quello che voglio. Se voglio tenere aperto, tengo aperto, se voglio chiudere, chiudo il negozio. Non sono un signore, ma non ho di certo bisogno di lavorare né per me né per la mia famiglia”. Seguito con affetto dalla figlia Elena, insieme al genero e al nipote Diego, Villa tiene sotto controllo i costi per continuare a tenere aperta l’attività, dopo essere andato in pensione nel 1996 proprio grazie al precoce apprendistato, con il proprio commercialista, mentre i clienti continuano a non mancare e vanno giustamente dosati. “Sono di tutte le età – dice – vengono da a farsi tagliare i capelli così come la barba: in quattro o cinque la domenica mattina. Ma preferisco siano in pochi – ride – così c’è da tribolare meno. Proprio per questo preferisco non prendere appuntamento. Non voglio lavorare con la fretta”. L’unico momento di ripensamento il signor Villa lo ha avuto quando è mancata all’improvviso l’amata moglie Rina, 15 anni fa. “Volevo smettere ma il mio medico, il dottor Zavras, mi ha detto di continuare – racconta – perché lavorare mi avrebbe fatto star bene. E aveva ragione”.