Volontariato

“A volte basta soffiare un palloncino per un sorriso” La terapia dei dottori clown fotogallery

Sarà capitato anche a voi nell’ospedale della nostra città vedere aggirarsi tra i reparti un gruppetto di strani personaggi con nasi colorati

I dottori clown nel tempo

Sarà capitato anche a voi, mentre eravate in visita a un parente ammalato o eravate ricoverati voi stessi nell’ospedale della nostra città, di vedere aggirarsi tra i reparti un gruppetto di strani personaggi con nasi colorati, camici pieni di disegni e un palloncino in mano al posto dello stetoscopio. Sono i dottori Clown, o come il loro fondatore preferisce chiamarli, “gli operatori del sorriso”. Giuseppe Colla, attuale presidente del comitato provinciale della Croce Rossa di Piacenza, da ormai dieci anni è l’anima e la colonna portante di questa bellissima realtà: un gruppo di volontari – sono circa sedici, con età che va dai venti agli oltre cinquant’anni – animati dal desiderio di aiutare chi sta vivendo un momento di dolore e di malattia, portando loro, appunto, un sorriso.

“Per anni”, racconta Giuseppe Colla, “sono stato un barelliere volontario. Una volta dovevamo ricoverare una mamma, gravemente malata. I suoi due bambini ci osservavano in silenzio, con le lacrime che scendevano, e lì è scattato qualcosa dentro di me. D’istinto ho raccontato loro un episodio divertente che mi era accaduto e in questo modo sono riuscito a calmare i bambini e rendere meno difficile salutare la loro mamma”. Dopo quell’episodio, Giuseppe Colla si iscrive al corso per diventare “operatore del sorriso” e da allora non ha più lasciato il naso rosso.
“Il nostro compito è quello di distrarre, alleviare e divertire ma anche solo ascoltare chi ha bisogno”, spiega. “Per essere un buon operatore del sorriso non occorre avere doti comiche particolari, ci vuole empatia. Devi saper entrare in sintonia coi malati e coi loro parenti, comprendere di cosa hanno bisogno e poi agire. A volte basta fare un palloncino per un bimbo malato, a volte una gag improvvisata, altre volte devi solo stare in ascolto. Lasciare parlare, capire al volo le necessità di chi hai davanti, perché le fragilità le hanno tutti, malati e parenti”.

I bambini sono sempre felici di ricevere la loro visita, ma coinvolgerli, ci spiega Giuseppe, non è affatto scontato. “Con loro ci vuole sincerità, altrimenti non riesci a conquistarli, non importa quanto provi a essere divertente. Quando catturi la loro attenzione però, la soddisfazione è immensa”.
E gli adulti, come vivono il supporto fornito dagli operatori del sorriso?
“Ci accolgono sempre bene tutti, non solo in ospedale ma anche nelle scuole, dove spesso facciamo interventi per far conoscere la nostra missione, o negli ospizi; gli anziani apprezzano molto l’allegria che portiamo e in cambio ci offrono ricette di famiglia e persino inviti a pranzo!”
E il loro operato va oltre le viste in ospedale: in questi dieci anni d’attività hanno svolto attività in carcere, sono stati presenti negli hub vaccinali al tempo del Covid, hanno persino realizzato un flash mob per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza di genere.
Giuseppe Colla ci tiene a ringraziare Piacenza, città particolarmente generosa con gli operatori del sorriso, e che supporta tutte le loro iniziative, inclusa quella del calendario che ogni anno realizzano non solo per finanziare la loro attività: sono riusciti ad acquistare un mezzo per la Croce Rossa. I piacentini hanno il cuore grande. E qualcuno un naso rosso in tasca.

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