Sociale

L’allenamento al di là del muro, Spes e Lyons insegnano calcio e rugby a 32 detenuti

Due giorni alla settimana, dallo scorso aprile e fino a giugno dell'anno prossimo, gli allenatori varcano il cancello della casa circondariale

Jacopo Salvetti Rugby Lyons
Jacopo Salvetti

Lo sport entra nel carcere delle Novate con un progetto basato sui valori del rispetto e della sana competizione. A proporlo sono le società Spes Borgotrebbia e Sitav Rugby Lyons, con la collaborazione di Comune di Piacenza, Sport e Salute e Csv Emilia. Due giorni alla settimana – una volta per il calcio e una volta per il rugby – dallo scorso aprile e fino a giugno dell’anno prossimo, gli allenatori varcano il cancello della casa circondariale muniti di fischietto, pallone, cinesini e tutto l’occorrente per regalare ai detenuti due ore d’aria e di divertimento. Sono in tutto trentadue i ragazzi (15 per il calcio e 17 per il rugby) reclusi che si sono iscritti, d’accordo con la direzione, al progetto sportivo. Non è un’iniziativa inedita. “Già prima del Covid – spiega Marcello Sassi, tecnico della Spes e referente del progetto – svolgemmo un progetto, in collaborazione con l’associazione Oltre il muro, che si occupava dell’attività ricreativa e culturale in carcere. Poi la pandemia ha fermato tutto e adesso ci è stata data la possibilità di ripetere quell’esperienza”. Il progetto, dal titolo “Fischio di ripresa. Percorsi sportivi dedicati a persone in stato di detenzione” ha ottenuto un finanziamento di 14mila e 100 euro attraverso “Sport di tutti – carceri” iniziativa promossa dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, per il tramite del Dipartimento per lo Sport, realizzata in collaborazione con Sport e Salute. Su sollecitazione degli assessorati ai Servizi sociali e allo Sport del Comune di Piacenza, il progetto è stato elaborato da Spes Borgotrebbia (capofila) insieme a Sitav Rugby Lyons, Oltre il muro odv e Csv Emilia. Ha aderito e sostiene il progetto la direzione della casa circondariale delle Novate di Piacenza.

Rugby e calcio vanno ad aggiungersi alle altre attività, già presenti da tempo, che caratterizzano il carcere delle Novate. “Lo sport può portare a una rieducazione sotto più punti di vista – spiega Jacopo Salvetti, tecnico dell’under 18 della Sitav Rugby Lyons e referente del progetto -, cerchiamo di offrire ai detenuti una proposta che sia completa sia dal punto di vista tecnico, ovvero tutto ciò che riguarda i gesti tecnici basilari del rugby, sia teorico, con la spiegazione del regolamento e di come funziona il nostro meraviglioso gioco. E, infine, anche con esercizi che possono essere per loro divertenti e sfidanti”. Le attività delle due società sportive fanno parte dello stesso progetto e procedono “in simbiosi”. Prima di cominciare, i tecnici hanno aspettato che si completassero le visite mediche per l’idoneità sportiva. Attualmente, per quanto riguarda il gruppo dei rugbisti, solo sei si stanno allenando, mentre gli altri undici sono ancora in attesa del certificato. “La pioggia ci ha un po’ condizionato negli ultimi mesi – commenta Marcello Sassi – a luglio e agosto il progetto si interrompe per poi riprendere a settembre. Su questo progetto c’è una visione d’insieme con i Lyons, operiamo a stretto contatto”.

Marcello Sassi Spes
Marcello Sassi

 

Tra i calciatori, poi, può capitare di trovare quello che ha militato nelle giovanili del Milan, quello che ha giocato in Serie D o in Eccellenza. “Alcuni di loro hanno già delle buone basi sportive – dice Marcello Sassi – e qualcuno è proprio bravo”. Oltre alla bravura tecnica, però, dentro le mura del carcere si lavora sul rispetto. E, a detta degli allenatori, non si fatica neanche troppo a ottenerlo. “Quello spazio settimanale è importante soprattutto per sfogare le frustrazioni quotidiane. Il momento del calcio – prosegue Sassi – è un’esperienza che mi fa molto piacere fare, non c’è violenza ma cooperazione e senso di squadra. Non ho mai avuto problemi dentro le mura, fuori invece…”. L’obiettivo è di organizzare un torneo a cui parteciperanno due squadre di detenuti e altre due arriveranno da fuori. “Speriamo di riuscire a farlo tra fine settembre e ottobre”, dice Sassi. Anche per il rugby si sta cercando di capire se è possibile arrivare a giocare una partita “vera”. “Dal punto di vista sociale e educativo – sottolinea Salvetti – il rugby presenta valori fondamentali come il rispetto, il sostegno e il gioco di squadra. Cerchiamo, sia attraverso la nostra esperienza, di far capire il rispetto dell’autorità attraverso il rapporto rugbista-arbitro, un esempio lampante del rispetto che c’è all’interno di questo sport. E, attraverso il gioco in sé, l’importanza di essere un sostegno per il compagno. Il gioco di squadra è fondamentale all’interno di questo sport”.

È un’esperienza sfidante anche per i coach. “All’inizio ho un po’ esitato – confessa Jacopo Salvetti – perché non sapevo cosa aspettarmi. Era una situazione nuova. Col tempo noto come questo progetto mi stia arricchendo, sono felice di poter regalare ai detenuti un’ora e mezza o due ore di svago e distrazione e magari riuscire anche a proporre un messaggio educativo tramite lo sport che amo”. “Quello che dovrebbe fare lo sport – il commento di Marcello Sassi -, data la sua funzione sociale, è aggregare. Noi come Spes Borgotrebbia ci crediamo e cerchiamo di essere diversi in meglio, di fare qualcosa in più rispetto al normale”.

Marcello Sassi Spes
Marcello Sassi

 

Fuori dalle mura, invece, le stesse società stanno portando avanti il progetto di sport e inclusione “Insieme è meglio: lo sport per tutti”, finanziato attraverso l’avviso 2023 “Sport di tutti. Inclusione”, iniziativa promossa dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi per il tramite del Dipartimento per lo Sport, realizzata in collaborazione con Sport e Salute. Sempre su sollecitazione degli assessorati ai Servizi sociali e allo Sport del Comune di Piacenza, la proposta progettuale è stata elaborata da una rete territoriale di associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore, supportati dal Csv Emilia, che hanno messo insieme le proprie esperienze e competenze, con l’obiettivo di rendere l’attività sportiva parte fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei giovani con minori opportunità, innalzando lo sport a strumento di inclusione e confronto, capace di trasmettere valori, modelli di vita e pratiche di comportamento trasferibili nella quotidianità. Capofila è l’Asd Rugby Lyons, le altre associazioni sportive dilettantistiche coinvolte nel progetto con attività sportive sono Spes Borgotrebbia, Centro Arti Marziali Sakura, Circolo San Martino, Sport & Games con il supporto dei seguenti enti del terzo settore: Csv Emilia (sede di Piacenza), Assofa, Piacenza in blu aps, Fondazione Autonomia Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio, Avis Provinciale di Piacenza odv, Kairos servizi educativi società cooperativa sociale. I destinatari del progetto sono persone con disabilità e ragazzi con problemi comportamentali. Il contributo assegnato al progetto è di 30mila euro.