Volontariato

La vacanza libera le emozioni! La settimana speciale del gruppo Aias a Molveno fotogallery

E' una tradizione che si ripete da oltre 50 anni, da quando Aias Piacenza (l’associazione italiana assistenza spastici) è nata: la settimana di vacanza

La vacanza Aias in Trentino

E’ una tradizione che si ripete da oltre 50 anni, da quando Aias Piacenza (l’associazione italiana assistenza spastici) è nata: la settimana di vacanza riservata a tutte le persone con disabilità che risiedono e frequentano le due case famiglia di via Scalabrini e via Gaspare Landi. Nel corso del tempo, tanti i cambiamenti, i posti visitati, gli accompagnatori e volontari che si sono avvicendati nel gruppo, ma costante è rimasto l’effetto vacanza: quello che consente di vivere giorni lontani dal routine quotidiana, di liberare le emozioni e la voglia di fare, stabilendo relazioni nuove. Da qualche anno a questa parte la meta è il Trentino, nello splendido scenario di Andalo e del lago di Molveno.

La vacanza Aias in Trentino

 

Dodici persone con disabilità, dodici accompagnatori, operatori e volontari, tutti ben mixati e coordinati dall’educatore di casa famiglia Matteo Fattore, dal 15 al 22 giugno hanno trascorso sette giorni in montagna, tra passeggiate all’aria aperta, feste improvvisate, escursioni e momenti di leggerezza all’Alphotel Dolomiten di Molveno. L’effetto vacanza ha ricadute benefiche sulla vita di tutti quelli che partecipano anche per la bellezza del luogo, visto che lo scenario intorno al lago e il borgo di Andalo sono veramente splendidi (come si vede dalle foto) e accoglienti anche a chi deve gran parte della propria mobilità alle ruote di una carrozzina.

La vacanza Aias in Trentino

 

Barbara Ambroggi di Aias, spiega che la vacanza è un momento irrinunciabile per i soci e i residenti delle case famiglia: “Da qualche anno ormai la destinazione prediletta è diventata la montagna che meglio si presta alle esigenze e ai gusti di tutti: per gli operatori e gli accompagnatori – fa notare – è certamente un impegno ma che viene vissuto con entusiasmo. Alcuni dei volontari si sono messi in ferie appositamente per partecipare alle nostre vacanze, poi abbiamo anche due assistenti di base che hanno fatto il tirocinio da noi e pur operando altrove, hanno scelto di trascorrere le ferie col nostro gruppo”. Come tutte le vacanze di gruppo si alternano i momenti di socializzazione, di relax e di divertimento. Marco Savoia, 20 anni, è uno dei volontari che hanno accompagnato i ragazzi della casa famiglia di Aias (gli altri sono Antonio, Alberto, Valentina, Viorica, Susanna, Silvana, Erika, Gaia, Vittoria, Annalisa), la frequenta da un paio d’anni e da pochi giorni ha iniziato il servizio civile nei centri di via Gaspare Landi e via Scalabrini. “Appena iniziato il mio servizio siamo partiti per la settimana di vacanza, non poteva esserci avvio migliore per questo anno di volontariato”. Gli chiediamo come ha conosciuto la realtà di Aias: “E’ andata così, mia nonna ha sempre lavorato al gruppo, un giorno l’ho accompagnata e mi sono trovato subito bene con le persone della casa famiglia. Sono stati molto semplici e diretti i rapporti, magari mi sono sentito più apprezzato lì che in altri contesti. Mi sono sentito accolto bene e da allora abbiamo iniziato a frequentarci”. Marco è diventato così volontario a tutti gli effetti:  “All’Aias ho iniziato principalmente con la sorveglianza notturna e qualche pomeriggio in compagnia, già due anni fa sono stato in vacanza a Molveno e quando mi hanno chiesto se volessi ripetere l’esperienza, non mi sono lasciato scappare l’occasione”. In cosa consiste l’accompagnamento durante la settimana in montagna? “E’ un’esperienza molto speciale, – spiega Marco – perché si respira il vero spirito della vacanza, ovvero prendersi una pausa dalla routine quotidiana. Ed è così anche per noi accompagnatori, anche se ci viene richiesto un certo impegno e cura. Ma non ci pesa più di tanto, anche perché i ragazzi sono molto contenti. Ad esempio ci siamo messi a ballare a una festa scuotendo le carrozzine, poi qualcuno ha preso a cantare in mezzo agli altri, è stato molto divertente e non succede naturalmente tutti i giorni”.

“La vita scorre diversa, – continua – nel gruppo si può cogliere il senso vero di tante piccole azioni quotidiane che ci appaiono banali o senza peso, che invece assumono una grande importanza. Quando sono con loro tutte le nostre azioni acquistano un valore particolare”. Insieme ai volontari ci sono gli operatori professionali, come Daniela Melchi, che lavora alla Casa famiglia Aias da sei anni. “Ci prendiamo cura di loro tutto l’anno ma quando siamo in vacanza molte cose assumono contorni nuovi, è questo che fa la differenza. Durante l’anno infatti ci sono gli impegni di tutti, le attività quotidiane, qui invece il tempo è tutto per lo svago e per il divertimento, le vacanze come succede a tutti soprattutto servono a conoscersi meglio. In questi sette giorni riusciamo a rinvigorire le relazioni non solo con i ragazzi della casa, ma anche tra noi operatori e volontari”. “Ci sono momenti durante la vacanza – continua Daniela – che sorprendono anche una come me che lavora dal 2017 ad Aias, è successo anche l’altra sera quando con la scusa di festeggiare un volontario che ha compiuto gli anni, ci siamo divertiti a ballare e cantare. Non era scontato che partecipassero tutti, invece c’è stato un grande coinvolgimento e le persone che di solito sono meno estroverse si sono lasciate andare, anche i più insospettabili di noi: allora è stato bello assistere alla libertà delle emozioni, è l’effetto vacanza!”

 

 

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