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All’University Sport Day si gioca a baskin, cronaca di una giornata sotto canestro

University sport day

Chiara Ruggeri e Roberta Capannini, della redazione di Universi hanno preso parte alla prima edizione dell’University Sport Day, la giornata dedicata allo sport che ha coinvolto gli studenti di tutti gli atenei piacentini con diversi tornei e competizioni miste. Un’esperienza da raccontare anche perchè si sono misurate con il baskin, uno sport inclusivo e divertente di cui si sono già occupate. Ecco il loro resoconto della giornata.

Il baskin è entrato a far parte degli sport presenti all’University Sport Day. Nei giorni scorsi si è svolta all’Università Cattolica di Piacenza e in altre sedi un’intera giornata dedicata a diversi tipi di sport praticabili nel centro sportivo dell’università, che è adiacente al collegio Sant’Isidoro.
Per la prima volta ho visitato il Campus della Cattolica, di cui avevo già sentito parlare e la mia impressione è stata molto positiva, perché lo spazio è stato ben utilizzato per far provare sia sport individuali, come yoga e pilates, che sport di squadra, come calcetto, basket e pallavolo. Io ho partecipato all’iniziativa organizzata con entusiasmo e competenza dalle due referenti del baskin di Piacenza, Alessandra Maldotti ed Elisa Maffini, presenti insieme ad alcuni membri normodotati e disabili della squadra Assigeco di baskin. In carrozzina c’eravamo Roberta e io di Universi, che abbiamo mostrato agli studenti, intervenuti numerosi e attenti, come è stato adattato il basket a chi è costretto a giocare in carrozzina, utilizzando canestri più bassi per effettuare dei tiri liberi durante le partite entro un limite di tempo prestabilito.

University sport day

Quello che ho subito notato, entrando sotto il tendone verde utilizzato per una lezione dimostrativa di baskin, è stata la presenza di studenti di varie nazionalità, che parlavano sia in italiano che in inglese, che hanno seguito con partecipazione i nostri primi tentativi di fare canestro prima della partita, mentre il nostro allenatore spiegava l’essenza del baskin, aldilà delle regole complesse che lo caratterizzano, che si focalizza non su ciò che gli atleti disabili non sanno fare, ma piuttosto sulle loro potenzialità nascoste, che vengono scoperte e incentivate con molta pazienza e competenza.
Il primo giocatore che ho conosciuto, Filippo, anche in questa occasione mi ha incoraggiato a mettere la palla nel canestro, senza farmi fretta e premiandomi con un “Brava!” quando sono riuscita a sbloccarmi, vincendo l’emozione e la consapevolezza che tutti quei ragazzi mi guardavano. Ammetto di essere condizionata dall’approvazione degli altri e quando mi hanno applaudito dopo che ho vinto la timidezza e la rigidità della mia mano sinistra, che si è aperta lasciando scivolare la pallina nel canestro, mi sono sentita orgogliosa di me stessa e più disinvolta.
Quando ho chiesto ad Alessandra Maldotti cosa direbbe per invogliare un ragazzo disabile ad avvicinarsi al baskin, mi ha risposto con molta semplicità ed efficacia: “Vieni a giocare! Giochiamo insieme!” Ha poi specificato che bisogna dare delle regole ai giocatori perché è uno sport di squadra, in cui tutti hanno il proprio ruolo, ma bisogna rispettare i tempi e la volontà di ognuno. Mi è piaciuto molto questo atteggiamento di rispetto nei confronti di chi è per forza più lento e più impacciato e incapace di raggiungere gli stessi obiettivi dei ragazzi normodotati. In questo sport non si fanno confronti e paragoni improponibili, ma si accetta il contributo di ciascun giocatore per vincere la partita.
Alla fine abbiamo ricevuto dall’università una medaglia per premiare la nostra partecipazione e si è avvicinato a noi, pronto a rispondere alle nostre domande, Marco Montanaro, responsabile dell’organizzazione di questa giornata dedicata allo sport. Roberta gli ha chiesto cosa ha provato vedendoci giocare e lui ha subito detto: “Tanta tanta emozione. E’ un bel segnale vedere tanti ragazzi pronti ad aiutare chi ha bisogno”. Ha poi aggiunto che vuole provare anche lui a giocare a baskin. Gli ho chiesto infine se si può portare lo sport per disabili all’Università Cattolica e lui ha risposto: Dobbiamo portarlo e ci riusciremo sicuramente lavorando insieme”.

Chiara Ruggeri

Grazie al nostro Filippo, studente dell’Università Cattolica, abbiamo partecipato alla prima edizione della Festa dello Sport al campus universitario. Bellissima iniziativa che ha permesso ad alcuni di noi dell’Assigeco Baskin di fare una manifestazione fra i ragazzi dell’università coinvolgendo anche alcuni di loro in un piccolo allenamento e una partitella insieme dopo che il nostro allenatore Alberto aveva brevemente spiegato le regole del gioco, il basket inclusivo. Davvero una bella mattinata a cui è seguita anche la premiazione di noi giocatori con gadget e medaglia. Spero davvero che questo sport abbia suscitato interesse nei ragazzi e che qualcuno di loro voglia venire a provare sul campo e giocare con noi già a partire dal prossimo campionato. Li aspettiamo!

Roberta Capannini

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