Volontariato

Il volontariato s’impara a scuola “Aiutare gli altri è una sfida per crescere” fotogallery

Circa 130 studenti hanno avuto la possibilità di entrare a diretto contatto con il volontariato, impegnandosi in prima persona nello svolgimento, durante l’anno scolastico, di almeno 20 ore di attività

classe 3 SUA Colombini
La classe Terza SUA del Colombini

“Alla fine il momento più bello non è stato tanto quello dei compiti, ma le volte in cui ci siamo fermati a parlare, la merenda insieme, ciascuno di noi si è aperto raccontando qualcosa di sè, la propria giornata e anche i momenti di down. E’ stata la scoperta più importante di questa esperienza, che il volontariato non è qualcosa di univoco che va in una sola direzione, dal volontario alla persona che si vuole aiutare. Ma c’è uno scambio continuo, alla fine la crescita è reciproca”. Celeste Lambri ha solo sedici anni e insieme alla sua classe del liceo Colombini, la terza SUA (l’acronimo sta per Scienze Umane “A”) ha partecipato al progetto “Giovani e Volontariato in 3D”, promosso dal Centro Servizi Volontariato Emilia in collaborazione con l’associazione La Ricerca, realizzato in diversi istituti superiori di Piacenza (oltre al Colombini, il Respighi e in un gruppo misto del Liceo Cassinari).

Complessivamente circa 130 studenti hanno avuto la possibilità di entrare a diretto contatto con il volontariato, impegnandosi in prima persona nello svolgimento, durante l’anno scolastico, di almeno 20 ore di attività in un’associazione o in una struttura. Ci siamo fatti raccontare da Celeste la sua esperienza che si è appena conclusa allo “Spazio Compiti” della Caritas di Piacenza, l’attività pomeridiana che coinvolge decine di giovanissimi delle scuole medie e superiori che vengono seguiti al centro “Samaritano” da un gruppo di volontari nel doposcuola. Spesso i volontari sono studenti universitari, o come nel caso di Celeste, di liceo all’interno di un percorso per le competenze trasversali e l’orientamento.

Celeste Lambri e Claudia Tutrone

 

“All’inizio, quando mi hanno chiesto di andare a dare ripetizioni agli studenti medi del doposcuola della Caritas – confessa Celeste – ero un po’ titubante, perchè non mi sentivo all’altezza, temevo di avere difficoltà coi ragazzi più piccoli e di dover ripassare argomenti poco conosciuti, poi invece…” Poi cosa è successo? Chiediamo a Celeste. “E’ successo che mi sono ambientata quasi subito, ho trovato altri giovani volontari che mi hanno aiutato e ho conosciuto i ragazzi. Parlando e trascorrendo i momenti comuni insieme, come quello della merenda dopo la scuola. E ho capito che la nostra attività non è solo il doposcuola, le ripetizioni di scienze o di altre materie, ma anche l’ascolto, il tempo passato con loro. Durante l’attività ho conosciuto anche una ragazza arrivata da poco dall’Ecuador, poco più giovane di me, che non conosceva l’italiano. Allora siccome io me la cavo un po’ con lo spagnolo, ho iniziato a darle qualche lezione di italiano. Ci siamo conosciute meglio e alla fine l’ho accompagnata a fare un giro a Piacenza”.

“Da poco ho concluso tutte le venti ore di attività previste dal progetto – aggiunge – ma credo proprio che continuerò il volontariato allo Spazio Compiti, mi sono trovata molto bene e ho scoperto che non siamo soltanto noi ad aiutare i ragazzi, anche loro ci possono dare un sostegno. Mi hanno spinto a essere propositiva”. La cosa più gratificante di questa esperienza? Celeste non ha dubbi: “Vedere i giovani studenti a cui avevo fatto la ripetizione di una materia tornare il giorno successivo soddisfatti per l’interrogazione o la prova andata bene”. Celeste dopo il liceo vorrebbe proseguire gli studi per diventare un medico: “Mi piacerebbe fare neurochirurgia”. E i tuoi compagni che hanno affrontato lo stesso progetto in un contesto di volontariato differente come hanno reagito? “Direi che l’esperienza si è rivelata positiva per tutti, forse qualcuno ha avuto qualche difficoltà nel gestire la vivacità dei giovani studenti, ma tutti si sono portati a casa qualcosa di significativo”.

 

La terza SUA del “Colombini” ha realizzato un video per raccontare le varie esperienze di volontariato affrontate dai diciannove studenti. Le attività si sono svolte in vari enti, oltre alla Caritas, Mondo Aperto, La Ricerca, Pubblica di San Giorgio, il centro Tandem, Kairos, Emporio Solidale e Abracadabra progetto famiglie di San Nicolò. La professoressa Claudia Tutrone – coordinatrice didattica della classe – spiega che tutti i ragazzi “alla fine si sono adattati e messi in gioco, per qualcuno è stata una sfida, nonostante qualche difficoltà iniziale sono riusciti a cavarsela in un’esperienza non solo di osservazione delle realtà del terzo settore che operano sul territorio, ma anche di acquisizione di competenze. Nel video conclusivo che hanno realizzato raccontano le loro attività, alcuni di loro hanno deciso di proseguire anche al di là del progetto un’esperienza che li ha arricchiti. Per questo l’anno prossimo lavoreremo per ampliare la parte sulle competenze”.

Gli enti che hanno ospitato gli studenti del progetto Volontariato in 3D per svolgere le 20 ore del progetto sono stati: Abracadabra Progetto Famiglie di San Nicolò Odv, Ass. Archeologica Pandora di Pianello VT Odv, AS.SO.FA. Odv, Caritas diocesana di Piacenza e Bobbio, Centro Educativo Tandem, Croce Rossa Piacenza, Emporio Solidale, Eureka Cooperativa Sociale, Fabbrica&Nuvole Odv. Il Circolino Odv, Kairos servizi educativi, Fondazione La ricerca, L’Arco coop. Sociale, Mondo Aperto Aps, Oltre l’Autismo Odv, P.A.Ce. Odv, Parrocchia Corpus Domini, Piacenza in Blu Aps, Pubblica Assistenza di San Giorgio P.no, Pubblica Assistenza Val d’Arda, Pubblica Assistenza Val Nure, Società Calcio Turris Asd A conclusione del progetto si è svolto un momento pubblico di restituzione all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.