Volontariato

Il mondo del volontariato è cambiato “Tanti a disposizione per le emergenze, ma pochi vogliono ancora impegnarsi tutti i giorni”

Sono 599 le realtà attive nel volontariato in provincia di Piacenza. “Oggi è cambiato rispetto a 20 anni fa - spiega Laura Bocciarelli, vicepresidente del Csv Emilia - è più diffuso un volontariato «fluido» e non tutti sono disposti a prendersi un impegno quotidiano”

Consiglio direttivo Csv Emilia

Il mondo del volontariato a Piacenza è una risorsa importante: sono 599 le realtà piacentine, tra organizzazioni di volontariato (odv) e associazioni di promozione sociale (aps) iscritte al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts), a far parte del Csv Emilia, l’ente che dal primo gennaio 2020 raggruppa i tre centri di servizi per il volontariato di Piacenza (Svep), Parma e Reggio Emilia. Negli ultimi anni però è cambiato il modo di fare volontariato: sono sempre più le persone che si mettono a disposizione per aiutare a tamponare un’emergenza (dal Covid alle alluvioni) ma allo stesso tempo calano quelli disposti a prendersi un impegno duraturo, quotidiano, e ad assumersi la responsabilità di un incarico. È la fotografia tracciata da Laura Bocciarelli, vicepresidente del Csv Emilia e storica volontaria dell’Avis Piacenza (di cui è stata anche presidente), nonché presidente della Confederazione regionale dei Csv dell’Emilia Romagna. “Dalla pandemia in poi – spiega – è sempre più diffuso un volontariato ‘fluido’. Il nostro mondo è fatto prevalentemente di organizzazioni di piccola o media dimensione, quindi c’è una base sociale attiva limitata rispetto al numero formale delle persone socie. Se penso alla realtà da cui provengo, l’Avis, il numero di soci donatori iscritti è molto elevato ma quelli che quotidianamente gestiscono l’associazione sono pochi”. Un’urgenza, quella di reperire figure che vadano oltre l’idea diffusa di “volontario”, visto spesso in ambito sanitario-emergenziale, dettata dalla necessità di un ricambio generazionale imposto dagli statuti di molte associazioni e organizzazioni di volontariato, che fissano un massimo di mandati per le cariche presidenziali. L’anno scorso il Csv Emilia, per reclutare volontari da impiegare in mansioni specifiche, ha avviato la campagna ‘Io amo’ in collaborazione con enti pubblici, università e Confindustria. Le necessità sono quelle emerse da un’indagine svolta a livello regionale intervistando oltre 200 associazioni.

COS’È IL CSV EMILIA – Il Csv Emilia è un’associazione con un consiglio direttivo composto da volontari: la presidenza e le due vicepresidenze sono assegnate a rotazione alle tre province (Piacenza, Parma e Reggio Emilia) e il consiglio è composto da quattro membri per ogni territorio. Attualmente la presidenza è assegnata a Parma, una dei vicepresidenti è la piacentina Laura Bocciarelli. Nel consiglio direttivo, per Piacenza, ci sono anche Andrea Provini, Franco Zuccone e Maria Valentina Fermi. I quattro centri di servizi per il volontariato dell’Emilia-Romagna – Csv Emilia, Csv Volabo (Bologna), Csv Terre Estensi (Modena e Ferrara) e Csv Volontaromagna (Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) – sono coordinati dalla Confederazione regionale dei Csv, attualmente presieduto dalla stessa Laura Bocciarelli.

COSA FA? – “Siamo a disposizione dei cittadini che vogliono fare volontariato per far conoscere le opportunità che offre il mondo del volontariato e per promuovere il concetto di cittadinanza attiva”, spiega Laura Bocciarelli. “Crediamo molto nel lavoro di rete – prosegue – non solo fra le varie associazioni ma anche fra i vari soggetti del territorio: il Csv ha in essere progetti con istituzioni come Comuni, università, scuole e anche con aziende attraverso il volontariato d’impresa“. Il Centro servizi per il volontariato è un punto di riferimento per le 599 associazioni e organizzazioni che ne fanno parte, offrendo un aiuto a superare difficoltà e limiti ma anche fornendo consulenze, sia legali che pratiche, per farle crescere e far sì che siano sempre aggiornate. Dai servizi più basici come mettere a disposizione una sala riunioni o attrezzature tecnologiche fino a un supporto professionale per “sopravvivere” alla burocrazia. “Recentemente, abbiamo offerto supporto professionale alle associazioni e organizzazioni per le criticità relative alle normative: la nuova legge del Terzo settore ha portato, con una serie di nuove regolamentazioni, a dover rivedere gli statuti delle associazioni e il nostro centro ha dato loro un aiuto per la stesura e per l’iscrizione al Runts”, spiega Bocciarelli. Un pilastro del volontariato moderno, a cui il Csv Emilia non si sottrae, è la formazione. “Al giorno d’oggi la buona volontà, da sola, non è più sufficiente – dice Bocciarelli – servono competenze specifiche: l’obiettivo dell’area formazione è far crescere volontari consapevoli, che abbiano competenze trasversali, progetti da condividere, capacità relazionali per rispondere ai bisogni dell’associazione di appartenenza e mettersi a disposizione della comunità con una consapevolezza maggiore. Il nostro centro organizza numerosi corsi e seminari per aggiornare le competenze e le capacità dei volontari. Vengono fatte poi tantissime attività di animazione territoriale come progetti in rete, collaborazioni con gli enti pubblici e con le imprese per far sì che cresca il livello di benessere e welfare di comunità”.

Laura Bocciarelli
Laura Bocciarelli

 

L’IMPORTANZA DELLA RETE E DI UN COORDINAMENTO – “Lavorare in rete per noi è fondamentale – afferma Bocciarelli – uno degli impegni in cui siamo più attivi è l’animazione territoriale, cioè aiutare gli enti del terzo settore a realizzare progetti che coinvolgano tutti i soggetti relativamente a un determinato bisogno. Se c’è una necessità che emerge dal territorio bisogna capire come sviluppare progetti innovativi per soddisfarla, e per farlo è necessario che ci sia una collaborazione tra soggetti diversi”.

LA PANDEMIA E IL POST-COVID – I settori di intervento principali del volontariato piacentino sono sociale, culturale e sanitario. “Durante il lockdown, soprattutto nella prima fase, abbiamo notato un cambiamento delle modalità operative: alcune di queste, come le riunioni a distanza, sono state mantenute anche negli anni successivi. Quanto all’attività, nel pieno della pandemia c’è stato un blocco nel numero di volontari tradizionali, mentre al contrario si è registrata una grande disponibilità di cittadini che, nella piena emergenza, si sono messi in gioco per aiutare. Nel 2023, così come nel 2022, è aumentata la quota di organizzazioni che ha affermato di non avere modifiche sostanziali nei numeri rispetto al 2019, alcune hanno registrato addirittura una crescita. Dunque, la crisi dei volontari avuta durante il Covid pare essere rientrata“. Ciò che emerge, però, è una sempre maggiore “fluidità” nel modo di intendere il volontariato. “Molte persone vogliono dare una mano per le emergenze: è successo durante il Covid e in occasione dell’alluvione in Romagna dell’anno scorso. Tuttavia, è un volontariato perlopiù sporadico, perché la gran parte di queste persone poi non trasformano il proprio impegno in qualcosa di continuativo”. E poi c’è un altro tema: se i volontari vanno formati, questo vale anche per quelli sporadici. “Non basta la motivazione – ribadisce Bocciarelli – non è detto che chi si mette a disposizione abbia delle competenze. Ben vengano i volontari, anche se fluidi, ma vanno gestiti nel modo giusto affinché il loro impegno si trasformi realmente in un aiuto. L’anno scorso il Csv Emilia ha smistato gli aspiranti volontari in un ambito piuttosto che in un altro proprio per far sì che il loro lavoro fosse efficace”. Ma, oltre le emergenze, serve una struttura. “Va bene la disponibilità, ma poi c’è anche la quotidianità – rimarca Bocciarelli – e per garantire un servizio quotidiano serve una struttura e qualcuno che si dedichi alla gestione dell’associazione”.

DOVE MANCANO? – “Non è semplice trovare persone disposte a entrare nei consigli direttivi e a prendersi una responsabilità d’incarico – dice Bocciarelli – e questo vale per tutte le associazioni. Alcune di queste, come ad esempio l’Avis o lo stesso Csv Emilia, prevedono un massimo di mandati oltre il quale non ci si può più candidare. E perciò urge un ricambio generazionale”.

QUALI VOLONTARI SERVONO? – La campagna “Io amo” è stata mirata a ricercare volontari in dodici aree tematiche: fra queste c’erano le attività di ristorazione, i magazzini, gli uffici, il supporto amministrativo, il trasporto, la consegna dei pacchi, la creazione di eventi e la loro promozione sui social, e poi le attività per anziani, bambini, malati e ambiente. “In questi mesi tireremo le fila della campagna – dice Bocciarelli – per vedere quante persone si sono fatte avanti e quante di queste sono andate avanti con un aiuto concreto”. Il Csv Emilia le ha incontrate per abbinarle alle varie associazioni, in base alle loro competenze, preferenze e passioni. La stessa attività che il Csv fa tutto l’anno nel servizio per l’orientamento: chi vuole mettersi a disposizione ma non è sicuro su cosa fare può rivolgersi al Centro servizi per il volontariato per conoscere le varie realtà del territorio e scoprire quale fa al caso suo.

L’INVITO del Csv Emilia è a informarsi sulle opportunità per poi appassionarsi al volontariato. “Ci sono tantissimi ambiti – dice Bocciarelli – ognuno può fare ciò che più si avvicina alle proprie competenze e passioni. Serve qualcuno che raccolga il testimone per non perdere questa grossa risorsa che abbiamo sul territorio”.