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“Benvenuti a casa nostra” Silvia e Paolo coinquilini grazie al progetto di Aias

Silvia e Paolo

“Benvenuto a casa nostra!” Quando si apre la porta dell’appartamento al piano terra è difficile non farsi contagiare dai sorrisi di Silvia e Paolo nel soggiorno grande e luminoso, anche in una giornata bigia come quelle che regala l’inverno piacentino. Non c’è alcun bisogno delle formalità e l’imbarazzo dell’intrusione nello spazio privato si scioglie quasi subito. Non appena ci sediamo intorno al tavolino del salotto, inizia il loro racconto: di recente la loro vita è cambiata, dal giorno in cui sono diventati coinquilini nell’appartamento che Aias (l’associazione italiana assistenza spastici) di Piacenza ha ristrutturato e aggiunto tra gli alloggi a disposizione delle persone con disabilità. Con un obiettivo tanto semplice, quanto complicato da declinare nella realtà: maggiore autonomia e indipendenza.

I finestroni dirimpetto sul cortile interno del complesso che furono gli Ospizi Civili, oggi spostati sul fronte di via Scalabrini, danno un respiro ancora più ampio agli spazi. Adiacenti al soggiorno provvisto di un moderno angolo cucina e del maxitelevisore piatto, ci sono le due camere da letto e il bagno, naturalmente tutti locali attrezzati per permettere i movimenti alle persone con difficoltà motorie. “Queste prime settimane sono state intense, è un’esperienza nuova e che non avrei mai pensato di poter vivere. Qui mi sento libera, certo anche assistita, ma sono molto contenta. Sicuramente alcune situazioni andranno smussate, ma ci vorrà un po’ di tempo. Sono fiduciosa e grata ad Aias che ci ha confezionato questo splendido progetto”. Dice Silvia Cavallotti, 44 anni, seduta sulla carrozzina elettrica, con la consapevolezza di chi ha messo in gioco tutta se stessa.

“Sono molto felice di essere qui, ho trovato una coinquilina molto brava, credo che il futuro della domiciliarità si possa realizzare anche con esperienze di questo tipo, spero che questo nostro percorso possa diventare un modello e possa essere seguito anche da altre persone”. Aggiunge Paolo Zucchini, 53 anni coinquilino di Silvia, e non serve descrivere la passione con la quale abbraccia una causa o fa sua un’argomentazione. Paolo è assai conosciuto a Piacenza, anche sulla scena pubblica, e quando parla accompagna con tutta la forza del suo corpo le idee. Anche per questo non ha bisogno di convincere il suo interlocutore.

Generico febbraio 2024

Ad affiancarci nella visita ci sono il presidente di Aias Piacenza Claudio Tagliaferri e Barbara Ambroggi, coordinatrice dei servizi dell’associazione. Spiegano l’importanza di questo progetto per Silvia e Paolo, reso possibile da un finanziamento della Fondazione di Piacenza e Vigevano. “Aias, nata nel 1970, è la più antica associazione piacentina a sostegno della disabilità – evidenziano – ma non per questo ha rinunciato a guardare al futuro, anzi negli ultimi anni si è fatta promotrice di iniziative e progetti per una maggiore autonomia di vita delle persone con disabilità, non solo nell’ottica del dopo di noi. Nel complesso degli Ospizi Civili sono due case famiglia gestite da Aias che ospitano sei persone ciascuna, alle quali viene garantito tutto quello di cui hanno bisogno per vivere una vita più indipendente. A queste si aggiungono le varie attività che svolgiamo con le uscite e i soggiorni anche temporanei nelle nostre strutture. Con l’esperienza di Silvia e Paolo abbiamo voluto avviare una sperimentazione che costituisce un passo ulteriore in questa direzione”. Grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano nel settembre scorso sono iniziati i lavori di sistemazione di un appartamento in via Gaspare Landi che ha ampliato i posti disponibili per le persone disabili che volessero intraprendere un percorso di autonomia. Silvia e Paolo ci hanno trovato la loro nuova casa, il loro spazio di indipendenza dalle rispettive famiglie. Sono coinquilini da circa un mese e hanno scelto di dividere un appartamento dotato di tutti gli strumenti di facilitazione per la loro vita, compresa l’assistenza di un operatore in alcuni momenti della giornata. Paolo lavora all’Inps, mentre Silvia svolge mansioni di segreteria all’Aias.

Silvia e Paolo autonomia

“Ci conosciamo dal 2018, ci siamo incontrati all’Aias e quando si è presentata questa possibilità di condividere una casa – spiega Silvia – ci siamo detti perché non provare a diventare coinquilini? E se dovesse nascere qualche contrasto o dissidio – ci siamo guardati – siamo persone civili e faremo il possibile per appianarlo”. “Fin dall’inizio la sfida per noi – puntualizzano Silvia e Paolo – è quella di uscire da un contesto come quello familiare al quale siamo entrambi molto legati, è inutile negarlo”. “Non è facile separarci dalla vita in comune con le nostre famiglie – aggiungono – ma questa nuova vita ci permette di mantenere i nostri legami”. Paolo ricorda che ogni week end torna a trovare suo padre, a cui naturalmente è molto legato, ma ci sono stati familiari che lo hanno spinto a scegliere questa nuova possibilità. Silvia rammenta che il desiderio di autonomia risale alla sua adolescenza, come accade a tanti giovani: “Ma era un desiderio quanto mai nebuloso – precisa – allora, oggi ho 44 anni ma quando ne avevo 20 per una persona nelle mie condizioni non era pensabile scegliere una vita autonoma, anche per ragioni pratiche, non esistevano allora realtà come quelle di oggi.”. “E poi è comprensibile anche il sentimento dei tuoi genitori – prosegue – che non vogliono lasciare andare un figlio o una figlia, anche loro devono abituarsi all’idea facendo qualche passo indietro a fronte di un desiderio legittimo di indipendenza. Anche dalla nuova casa ci ci sentiamo molto spesso con i miei”.

La domanda sorge spontanea, come hanno reagito le persone che li conoscono quando hanno visto le foto sui social di Aias dedicate all’avvio della loro esperienza? Paolo non nasconde una grande risata: “Mi hanno sommerso di auguri”. E Silvia annota: “I miei amici mi hanno riempito di complimenti, mi hanno scritto anche le mie ex compagne di liceo per felicitarsi con me”. La vita da coinquilini è appena iniziata e Silvia e Paolo paiono perfettamente consapevoli che non è già tutto scritto, che la convivenza andrà costruita giorno dopo giorno, e non mancheranno gli attriti e le difficoltà. Insomma sarà già capitato di litigare, ad esempio per decidere quale programma guardare in tv? Silvia tronca subito la discussione con senso pratico tipicamente femminile: “Io ho il mio tablet e guardo quello che voglio, Paolo può fare lo stesso con la televisione”. (Mauro Ferri)