Cultura

Leggere libri per viaggiare col pensiero e superare gli ostacoli. La presentazione di Low

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Torniamo a parlare della nuova casa editrice Low, il marchio editoriale nato in seno alla cooperativa sociale Officine Gutenberg e presentato nelle settimane passate. La redattrice di Univesi Chiara Ruggeri scrive della presentazione pubblica della casa editrice. Ecco il suo articolo:

La nuova casa editrice piacentina Low difenderà i diritti di chi non ha voce e di chi non è considerato dalla società. Mi è piaciuto assistere alla presentazione della nuova casa editrice LOW perché, in un mondo dominato dalla tecnologia che impone tempi rapidi e messaggi essenziali e spesso abbreviati, è giusto difendere e promuovere l’amore per la lettura di testi, di cui si sfogliano le pagine con calma e con rispetto. Infatti, tutti coloro che amano i libri meritano rispetto, cioè chi scrive, chi pubblica, investendo soldi, tempo e passione e infine la schiera di lettori che li apprezza. “Non è facile vivere di cultura” ha detto Paolo Menzani, presidente di Officine Gutenberg, che rappresentano un tentativo riuscito di editoria piacentina, che da più di 15 anni si è sviluppata con successo nella nostra città, restando in un ambito locale, ma trattando temi delicati e poco approfonditi, come la fragilità, l’inclusione e la difesa dei diritti di coloro che non possono far sentire la propria voce. Paolo Menzani ha sottolineato che l’aspetto letterario è stato accompagnato dall’applicazione concreta di questi principi attraverso l’assunzione di cinque persone fragili per dare loro la dignità che comporta lo svolgimento di un lavoro. A fianco di Officine Gutenberg è nata questa nuova casa editrice, il cui direttore è il fratello Giovanni Battista, che ha spiegato come sia nato un progetto non solo piacentino ma con ambizioni sul piano nazionale. Prima di tutto, questa nuova realtà ha un nome solo apparentemente “modesto”, LOW (in inglese “basso”), perché presenta parecchie sfaccettature che lui ha voluto sottolineare: l’appartenenza geografica alla Pianura Padana, cioè alle “terre basse”, il riferimento a una cultura che viene dal basso e, in particolare, il richiamo a un atteggiamento lieve e sommesso nell’affrontare gli argomenti.