Ambiente

A tu per tu con le api “ricercatrici” della Cattolica: la visita all’apiario didattico

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La redazione di Universi al completo alla scoperta dell’apiario dell’Università Cattolica di Piacenza. Dopo l’intervista di qualche mese fa a Giulia Papa, post-doc in Entomologia generale e applicata della Facoltà di Scienze agrarie dell’Università Cattolica di Piacenza, approfittando della stagione primaverile, è arrivato il momento di passare dalla teoria alla “pratica”, con il diretto contatto con gli insetti e l’habitat dove dispiegano la loro proverbiale laboriosità. La “colonia” della Cattolica è composta da circa 30mila esemplari e sono spesso oggetto di studi e ricerche con un rilevante valore scientifico.

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A guidarci nella visita all’apiario all’interno degli orti della residenza “Gasparini”, dove ci sono anche un frutteto e un vigneto didattico, ancora una volta Giulia Papa, esperta di api dell’Università Cattolica. Alex, Chiara, Roberta, Hassan e Micaeala, accompagnati da Fabio Franceschetti, Mauro Ferri e Davide Chiappini, hanno sostato davanti all’arnia didattica nel giardino, dove si possono ammirare gli insetti al lavoro dietro una teca protetta. Durante l’illustrazione del comportamento e dell’attività delle api, la dottoressa Papa ha risposto alle tante domande dei redattori e mostrato da vicino – dopo aver estratto il telaio dalla teca – le api operaie e i fuchi, che una volta recuperata la libertà hanno presto raggiunto l’alveare nella sede propria all’interno degli orti.

Le api della Cattolica sono protagoniste di alcune importanti ricerche di natura ambientale condotte dal team del dipartimento scientifico di cui fa parte Giulia Papa: recentemente è stato pubblicato un nuovo studio che ha utilizzato gli insetti, in qualità di vettori involontari delle micropolveri diffuse nell’aria nell’area urbana di Parco Segantini, nel centro di Milano, dove è stato insediato un alveare.

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Ecco il racconto dei redattori di Universi:

Le api amano i colori chiari perché richiamano quelli dei fiori. La redazione di Universi ha avuto l’opportunità di visitare l’apiario didattico della facoltà di Agraria della Cattolica di Piacenza con una guida speciale, la dottoressa Giulia Papa, che conduce delle ricerche all’università sulle api e il loro sistema di vita e di riproduzione. All’inizio, ho preferito non stare troppo vicino all’alveare perché avevo paura di essere punta, ma ho potuto subito constatare due elementi interessanti relativi al comportamento delle api. Prima di tutto, quando Giulia ha aperto l’apiario per farci vedere meglio le api, nessuna di loro ha cercato di aggredirci e di avvicinarsi a noi. Inoltre, pur essendo libere di lasciare l’alveare, esse si sono limitate a qualche breve volo nei dintorni e poi sono rientrate nell’apiario.

La ricercatrice ci ha spiegato che questi insetti sono stanziali, cioè sono molto abitudinari e non lasciano il “loro” alveare, che riconoscono facilmente dall’odore dell’ape regina. Questa viene scelta dalle api comuni, le cosiddette api operaie: è infatti una di loro, che si distingue dalle altre solo perché viene nutrita esclusivamente con la pappa reale. La sua vita è molto più lunga di quelle delle operaie, che muoiono dopo un paio di mesi per la fatica, dovendo occuparsi di tutto nell’alveare senza essere aiutate in nulla dai maschi (fuchi), che servono solo per la riproduzione e poi muoiono. La regina, invece, può vivere anche cinque o sei anni e, quando muore e non viene subito sostituita dalle sue compagne, l’apicoltore deve comprarne un’altra dato che essa è indispensabile all’alveare. La loro organizzazione mi ha affascinato poiché esse si suddividono i compiti secondo un sistema ben definito: alcune si procurano il nettare prendendolo dai fiori e riponendolo nelle borse melarie che hanno sul corpo e che vuotano periodicamente nell’alveare; altre cercano l’acqua, qualcuna pulisce le cellette e le altre si occupano della regina.

Un aspetto altrettanto interessante è il fatto che le api non siano naturalmente aggressive, ma che lo diventino solo quando vengono disturbate e provano paura. Gli apicoltori sono spesso punti perché sono visti come intrusi, che le spostano e che prelevano il miele. Un altro tipo di minaccia è rappresentato dagli odori forti, come, per esempio, profumi, creme e deodoranti, che in loro suscitano un senso di pericolo, che le spinge ad attaccare per difendersi. Esse, infatti, non sono crudeli e istintivamente cattive, ma proteggono la loro comunità e sono così unite e solidali che scacciano immediatamente le api che non appartengono al loro gruppo, identificandole e considerandole come un corpo estraneo che va respinto. Un’altra caratteristica delle api, che mi è sembrata molto divertente, è la loro predilezione per i colori chiari, come il bianco e il giallo, considerati innocui e quindi non pericolosi perché richiamano quelli dei fiori. Invece, una persona vestita di nero, o comunque di un colore scuro, appare minacciosa ed è facile che venga punta.

Trovo veramente straordinario il comportamento di questi insetti, che hanno creato un sistema che funziona perfettamente e garantisce loro un luogo sicuro dove vivere, cibo e acqua e la possibilità di propagare la specie in un’atmosfera molto più armoniosa e collaborativa della società umana.

Chiara Ruggeri

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Che le api producano il miele, è cosa conosciuta a tutti, ma, nella mattinata dedicata all’apiario dell’Università Cattolica, ho conosciuto un mondo laborioso, organizzato ed incredibilmente efficiente attorno alla vita delle api. Mi ha sorpreso che l’ape regina sia l’unica in grado di produrre uova e che lo faccia per tutto l’arco della sua vita (qualche anno), attraverso l’unico ed il solo accoppiamento (volo nuziale). Il grande lavoro svolto dalle api operaie è immenso e riguarda solamente le api femmine, le uniche provviste di pungiglione, mentre i fughi (maschio delle api e senza pungiglione), servono solo per l’ accoppiamento con l’ape regina. Le api dell’ alveare, decidono quando una larva è destinata a diventare regina, nutrendola per tutta la sua vita, esclusivamente di pappa reale. Loro decidono della sua vita e della sua morte: la cibano, l ‘accudiscono ma quando non sarà più in grado di secernere uova e diventerà troppo “vecchia”, la soffocheranno, decidendo cosi di dare vita ad una nuova ape regina. La vita della stessa si svolge esclusivamente all’ interno dell’alveare, tranne che per il solo giorno in cui decide di fare il “volo nuziale” per accoppiarsi ai fuchi.

Le api svolgono un’attività febbrile e silenziosa che, sfugge ai più…Esse lavorano più che altro per la loro stessa sopravvivenza, volando per 2-4 km al giorno, soprattutto nel periodo primaverile, alla ricerca di fiori, da cui succhiare polline e nettare che, depositano al riparo, nelle cellette dell’alveare. Creano i favi (cellette esagonali a base di cera d’api) adatte a contenere le larve della covata e ad immagazzinare miele e polline. Tengono pulito l’alveare da insetti ed intrusi, umidificano l aria nebulizzando l’ acqua che hanno immagazzinato e creano un ambiente areato, sbattendo le loro ali.

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Anche il lavoro dell’apicoltore è un lavoro minuzioso, fatto con movimenti lenti precisi e delicati per non irritare e spaventare le api evitando di esporsi ai rischi di puntura. Anche per questo, l’abbigliamento dell’apicoltore è di colore bianco o giallo, e non di colore scuro, per non scatenare un comportamento aggressivo delle stesse. La tuta utilizzata deve essere pulita ma non profumata per evitare che le api, attirate da ogni forma odorosa, possano aggredire. Il risultato di tutto ciò lo troviamo sulle nostre tavole, in vasetti profumati, di color dorato, dolce, nutriente e sano: il miele. Purtroppo, il cambiamento climatico e la somministrazione di pesticidi, a volte senza utilizzare alcune elementari precauzioni come i trattamenti nelle ore serali quando l’attività delle api è assente), incidono negativamente sull’esistenza delle api, danneggiando il nostro ecosistema. Dovremmo sempre invece rispettare ogni essere vivente, anche quando ne abbiamo una conoscenza superficiale, e maggiormente, come in questo caso, quando ne apprezziamo il prodotto per gusto e valore nutritivo.

Alexander Manfrin

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Universi visita apiario della Cattolica
La dottoressa Giulia Papa, già da noi intervistata l’anno scorso circa la relazione tra le api e l’inquinamento dell’aria e degli effetti che le polveri sottili hanno sulla loro salute, ci ha accompagnato nell’azienda agricola sperimentale della Cattolica per mostrarci l’arnia didattica, in cui si possono vedere le api al lavoro in tutta sicurezza. Molto interessanti sono state le sue spiegazioni riguardo alla vita sociale delle api, molto attiva e complessa, alla loro operosità, alla loro organizzazione gerarchica e alla loro importanza nell’ambiente soprattutto per l’impollinazione delle varie specie vegetali ma quello che mi è piaciuto di più, è stato toccare con mano, nel vero senso della parola, un fuco, visto che non punge e un telaio già parzialmente riempito di miele e chiuso con la cera. Vorrei quindi ringraziare la dottoressa per le sue spiegazioni esaustive e davvero coinvolgenti. Purtroppo quello che mi è ancora una volta dispiaciuto è notare che, anche questi insetti così laboriosi e anche simili all’uomo nella loro organizzazione di vita, siano sempre più in pericolo a causa sia dei cambiamenti climatici che dell’inquinamento e dell’uso massiccio di sostanze varie e pesticidi da parte dell’uomo. Su questo e sull’intromissione dell’uomo anche nella scelta di insetti sempre più produttivi dovremmo davvero riflettere e valutare il da farsi.

Roberta Capannini

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